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Marcello Lattari
La festa nel passato (Miti e Leggende popolari) L’ unica tradizione religiosa è dunque questa della festa di S. Leonardo. Anche qui devo servirmi molto delle testimonianze orali , poiché non esistono documenti storici. E’ una festa che era ed è ancora vissuta da grandi e piccoli con una intensità tale da influire su tutte le espressioni della vita paesana , dal lavoro allo studio , dalla preparazione alla casa , rimessa a nuovo più che per Natale o Pasqua , dal rinnovo dell’ abbigliamento sia femminile che maschile. All’ occhio dell’ osservatore esterno , questo modo di vivere appare orientato verso una sola cosa: una corsa a senso unico verso la festa di San Leonardo. Questa festa , dal punto di vista espressione di fede cristiana , ha tanti limiti. Molte persone, parlando della festa del Santo al tempo della loro infanzia, raccontano che tutti si riversavano in chiesa durante la novena: “sempre la jiesa piena!”. Dove è andata la stessa gente oggi? Richiesto il motivo del loro abbandono, essi ammutoliscono e parlano della festa profana , per cui c’ è da dedurre ironicamente che la chiesina era tanto piccola che bastava poca gente a riempirla , o, maliziosamente, che andavano in chiesa per paura del "signorotto"? La festa vera e propria consisteva nella processione con la statua del Santo, talmente mitizzata che, ancora oggi tanti credono che i suoi occhi siano di persona viva, che esprime gioia o tristezza a seconda di come si è svolta la festa. Dicevamo che la festa ruotava attorno alla processione fatta , portando la statua a spalle , nei primi due giorni per le vie del paese ed il giorno del Santo sulla spiaggia, dove si restava per l’ intera giornata , ci si divertiva ballando ed esibendosi in giochi e gare. E’ specialmente ricordato il tiro al gallo. Si sparava ad un gallo ad una distanza di circa 250 m. volti verso il mare.Tale gara si dice che sia stata abolita a causa del ferimento di persone.Dopo aver fatto un buon pic-nic, si rientrava nuovamente in processione ma per altra strada che quella dell’ andata. “Perchè Santu Lionardu ha da benedire tutte le case e li campi”. La gente arrivava in pese , si disponeva in piazza ad ascoltare l’ esibizione di musici locali, che strimpellavano a lume di acetilene. Il villaggio infatti era ancora sprovvisto di energia elettrica. Anche i briganti si godevano lo spettacolo e si mettevano in piedi sui muri di cinta del villaggio pronti a scappare. I foresti che venivano a godersi la festa, per prima cosa si portavano in chiesa, anche di notte , a salutare il Santo e ad ammirare l’ addobbo della chiesa stessa , fatto di stoffe preziose , da uno che per mestiere faceva l’ addobbo delle chiese per le feste patronali. Poi si recavano dagli amici o dai parenti per trovare alloggio. Anche i componenti della banda “i musicanti” si distribuivano nelle famiglie; chi non poteva ospitarne , prestava almeno un cuscino , un materasso o una coperta. Quanto al sacerdote, non poteva né aggiungere né togliere niente al programma stabilito. Neanche quando durante tutta la processione la statua veniva portata casa per casa dove ogni famiglia aggiungeva un pezzo di nastro al quale venivano applicati i soldi, il più visibilmente possibile, naturalmente!Al rientro della statua si riusciva a malapena a notare a il volto aureolato , rivestito o attorcigliato com’ era di nastri e soldi.Altro che pellegrinare dietro alla croce di Cristo, festeggiando l’ eroismo di quel fratello che lo ha imitato sulla terra ed ora vive con Lui per l’ eternità! Tale processione era più definibile rito pagano. Dare soldi per propiziarsi gli dei. C’ è ancora da dire che, prima di riportare la statua all’ interno della chiesa si assisteva ad un rito particolare che consisteva nell’ alzare ed abbassare la statua tre volte.Il Santo ringraziava così il suo popolo. All’ occhio del forestiero ignaro di simili devozioni , appariva un impressionante e misterioso ombrello di soldi che si apriva e chiudeva per tre volte.Un cristiano illuminato poteva ben chiedersi se questo popolo venerava un Santo o un fantoccio di denaro? Franco Scarpino Testi tratti da "Il Villaggio di San leonardo" Tesi di Sr M. Concetta Contu (Suora marianista) / Relatore Prof. Giancarlo Bregantini - Anno Acc. 1983/84
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